mercoledì 10 ottobre 2012

Lucida-mente


Ho chiuso. Stavolta ho davvero chiuso. Appoggio gli occhiali sul cornicione e sento per l'ultima volta il vento freddo che mi scompiglia i capelli vado giù veloce, giusto il tempo di riorganizzare tutti i pensieri e forse, rivedere la vita come un film come si dice. Attendo l'impatto, quello che mi darà finalmente l'oblio di una dolce morte poco dolorosa. A breve la mia testa si fracasserà sull'asfalto di sotto e io smetterò di pensare. Quel che avverrà dopo non mi importa. Eccolo lo vedo è vicino.
Impatto!


C'è qualcosa che non va. Non sento dolore ma vedo tutto. Una piccola folla mi si è raccolta intorno. Una ragazza grida. Non devo essere un bello spettacolo. Vorrei alzarmi e scappare, ma non riesco a muovermi. Non ho alcuna voglia di spiegare perché l'ho fatto. Troverò un posto più alto appena riuscirò ad alzarmi.
Non sento nulla. Non riesco a chiudere gli occhi. Riprovo. Piano. Muovi un dito. Forza! Nulla.
Intanto è arrivata l'ambulanza. Mi aspetto già le domande. Perché, percome, per chi. Non risponderò.
Un paramedico mi tasta il collo. Non sento la pressione delle dita. Un pensiero mi aggredisce con violenza: e se avessi danneggiato qualcosa nella caduta e ora fossi paralizzato? Oddio no! Non lo sopporterei! Tutta la vita a pensare e non potere agire! Non potrei nemmeno farla finita perché non riesco a muovermi.
Il paramedico ritira la mano e guarda il portantino accanto a lui scuotendo la testa. Che succede? Sono vivo!
Nel frattempo è arrivata la polizia. Vedo il paamedico che va verso l'agente sceso dalla macchina. L'agente mi guarda e scuote a sua volta la testa.
Un altro portantino scende dall'ambulanza con un lungo sacco nero in mano. Ora i portantini aiutati dal medico mi adagiano nel sacco e chiudono.
Ora è buio.
C'è un errore! Io non sono morto! Ragiono, vedo, sento ogni cosa, tranne il dolore.
Sento ogni singolo rumore, ogni fruscìo del mio corpo sulla tela plastificata del sacco, lo sciabordio del sangue che si va accumulando sul fondo.
Il mio orrore cresce sempre di più. Ora l'ambulanza si è fermata. Aprono il portello.
Deve essere arrivato il momento in cui mi analizzeranno il sangue per stabilire se fossi drogato. Allora il coroner capirà che sono ancora vivo e io passerò tutta la vita che mi rimane su una fottuta carrozzina. Vedo la luce. la faccia di un uomo dai folti baffi grigi che mi guarda. Quei freddi occhi osservano il mio corpo. Ora prende una siringa e la affonda nella carne. Non sento nessun dolore. Aspetto il momento in cui si renderà conto che sono ancora vivo.


Inizio a pensare che qualcosa non va.
Un freddo pensiero mi attraversa la mente come una dolorosa scarica e capisco. Io sono morto sul colpo, ma la mia mente è viva! E' dunque questa la morte? L'eterna coscienza di essere morti? Nessun paradiso, nessun oblio! Solo lucida coscienza della propria morte. Un'infinità da passare a pensare? Ora vorrei rivivere! Lo vorrei davvero. Vorrei non avere mai fatto il tuffo. Voglio tornare indietro nel tempo e andarmene da quel cornicione, riabbracciare tutte le persone che amo e mi amano.


E' passato già un giorno dalla mia morte. Ora stanno chiudendo la bara. Ho visto tutte le persone a me care piangere per me ed io avrei voluto piangere con loro, urlare, ma non ho potuto. Starò al buio per l'eternità.


Sento freddo.

(2005)

Nessun commento:

Posta un commento