lunedì 20 agosto 2012

La danza degli elementi #1 Acqua

Tutto ciò è talmente surreale da essere spaventosamente vero.
Se non ci fosse il gelo dell'acqua ad intrappolare i miei piedi fino alle caviglie, potrei persino pensare che sia un sogno.
Ho sempre amato il mare notturno, questa immensa distesa, più scura del cielo, chiazzata dal candore della luna, agitata solo da deboli sospiri di vento.
Oltre al mare, il cielo ed il mio corpo nudo, non esiste altro ed anche se esistesse, non mi importerebbe.
Un passo dopo l'altro, un centimetro per volta, mi vesto di acqua e anche il freddo smette di esistere, anche se rabbrividisco ancora.
Sotto i miei piedi, la sabbia mi accoglie gentile e tenta di tenermi per qualche secondo, complice dell'acqua che rallenta i miei movimenti, ma io non ho fretta.
Questa notte sarà eterna ed è giusto che lo sia.
Sono immerso fino ai gomiti e decido di immergermi del tutto, trattenendo il respiro e rilasciandolo lentamente, mentre riemergo e la mia testa viene trattenuta dal peso dei miei capelli.
Lentamente ruoto su me stesso e mi sdraio su questo letto sconfinato, carezzando l'acqua per spostarmi sempre più dalla riva, da quel che rappresenta.
Lascio affondare la testa per qualche secondo e resto ad occhi chiusi, conscio solo della bellezza che mi circonda e mi avvolge.
Bracciata dopo bracciata, mi fondo sempre più con questo elemento così simile a me eppure così differente. Le luci della vicina città sono sempre più distanti e deboli, eppure fin da qui, riesco a percepire la caoticità che le alimenta, la pseudo-vita di coloro che si nutrono di quella luce fasulla, mentre io riscopro la purezza del plenilunio e la quiete del silenzio sussurrato dal mare.
Ho bisogno di allontanarmi da quel frastuono, che anche se non raggiunge le mie orecchie, ha stuprato talmente a fondo la mia mente da averla impregnata.
Nuoto, mi allontano. L'orizzonte mi aspetta ed insieme a lui, l'oblio di una notte che sarà eterna, non finirà con me, continuerà, fino all'alba della mia rinascita.
Annegare non è mai stato così poetico.

sabato 18 agosto 2012

Brezza estiva

Lo ammetto, vivo di emozioni, nel mio lavoro, nella mia vita privata.
Sono convinto che senza le mie emozioni, senza essere una persona in grado di ammetterle sarei diverso e nonostante alle volte essere me è davvero difficile, ci sono quei momenti, in cui non solo provo orgoglio per ciò che sono, ma mi ci trovo anche bene.
Certo, quando provi qualcosa abbastanza forte da togliere il sonno, o talmente negativo da ottenebrare la capacità di ragionare, quelle sensazioni orride, che ti logorano dentro, sembra che non ne valga la pena.
Ma quando guardi fuori dalla finestra e vedi una bella giornata, o il sorriso della tua musa ti investe e sblocca quello che hai da dare, in quel momento, ti senti la persona migliore del mondo, non superiore, attenzione, non sei mai migliore degli altri, sei il meglio di te stesso. Sei pronto a fare quel che è necessario per dare il tuo piccolo contributo per guarire questo mondo malato. Sembra utopico? Forse lo è, ma se non ci si prova, di sicuro resterà impossibile e dentro di te resterà sempre quella domanda: potevo fare qualcosa?

Tutto questo non risiede solo in me, basta riuscire ad ammettere di averlo dentro. Basta guardare oltre la materia che ci avvolge e ci nasconde, oltre le nostre esperienze, regredire a quando eravamo dei bambini e dotati di quella innocenza, incontaminata dal marcio del mondo, guardare verso quello che ci aspetta da vivere ed urlare con tutta la nostra forza, perchè non siamo noi a dover temere il futuro, ma il futuro a dover temere noi!

mercoledì 8 agosto 2012

Brotherhood

La seguente conversazione è avvenuta l'8 agosto 2012 tra le 20.13 e le 23.51. Per la riservatezza del mio interlocutore, lo chiamerò semplicemente "Coscienza".

C: "Hey bello! Tutto regolare?
A: "La regolarità è soggettiva, diciamo che nell'anomalia, sto cercando una casa in affitto.."
C: "Il giorno che mi risponderai - Bene grazie - saprò che stai per appenderti ad una trave!"
A: "Naa, solo che ho aggiunto un'altro livello alla corazza.."
C: "Mmmm che accade fratello? Ti sento troppo filosofeggiante per ignorarlo"
A: "Nulla di cui abbia voglia di discutere"
C: "Fanculo tu e la tua misantropia! Sfogati!"
A: "Non è compreso tra i miei progetti futuri.."
C: "Finiscila! Te la prendi con me solo perchè sono nero!"
A: "......"
C: "Zero senso dell'umorismo, pessimo segno! Svuotati, alleggerisci il carico, non voglio ritrovarmi di nuovo a omissione obbligatoria sulla mia vita privata"
A: "Da dove stai ora ti viene difficile.. in ogni caso non preoccuparti.."
C: "Aaron, cazzo! Non obbligarmi a venire le e sfasciarti la faccia! Butta via quelle cazzo di maschere e ricordati chi sono e CHI SEI bestemmia"
A: "Ricordo bene entrambi Coscienza..."

Un'ora dopo

C: "Sei evanescente"
A: "Cioè?"
C: "A volte è come se non esistessi"
A: "Come sempre..."
C: "No, ultimamente, più del solito"
A: "Non mento più.."
C: "Passo a recuperarti e ce ne andiamo a Olbia a sbronzarci?"
A: "Ho smesso di bere.."
C: "O.O chi diavolo sei? Restituiscimi il mio amico!"
A: "Sono io Coscienza, semplicemente ho fatto una scelta.."
C: "Scelta o non scelta, alla decima tequila, sarai abbracciato a me a piangere come un bimbo e mi dirai cosa succede"
A: "Violenza psicologica?"
C: "No coglione! Fratellanza! Ricordi la "Brotherhood"?"
A: "Credo sia impossibile dimenticarla.."
C: "Appunto. Hai condiviso con me più di quanto tu possa condividere con chiunque, quindi sputa il rospo"
A: "Nessun rospo brother.."
C: "Non sei bravo a mentire, non sei abituato"